In occasione dello sciopero avvenuto questa mattina, le OOSS hanno incontrato l’Assessore al Lavoro della Regione Lazio Alessandra Tibaldi per discutere sulla volontà della ITALTEL, azienda di telecomunicazioni italiana, di chiusura della sede di Roma con il conseguente licenziamento di circa 220 tra lavoratori e lavoratrici.
Tutto ciò a seguito della comunicazione alle OOSS, da parte dell’amministratore delegato di Italtel, di più di 400 esuberi a livello nazionale e di ordine di chiusura di una sede, che molto probabilmente sarà quella di Roma. Si pensa che gli esuberi scaturiscano da un calo di fatturato causato dalla riduzione di commesse da parte del principale cliente, ossia TELECOM ITALIA, che è anche socio di Italtel.
Subito dopo l’incontro, l’Assessore Tibaldi si è impegnata a convocare immediatamente l’azienda a un tavolo insieme agli assessorati della Provincia e del Comune di Roma, nonché ad accelerare i tempi per l’apertura di un tavolo di trattativa nazionale con Il Ministero dello Sviluppo Economico.
Dichiara la Segreteria Uilm di Roma e Provincia, nella persona di Mariano Allegrini: “Quella di Italtel è una situazione molto grave, che coinvolge nuovamente lavoratori e lavoratrici del settore delle telecomunicazioni. Chiediamo l’aiuto della Regione che, insieme al Comune e alla Provincia, deve impedire che l’area romana si veda privarsi sempre di più di competenze e incarichi professionali importanti, come abbiamo visto negli ultimi tempi, con l’abbandono del territorio da parte di numerose aziende del comparto Ict”.
Prosegue ancora: “Noi vediamo una soluzione nei finanziamenti per la banda larga e nell’allargamento della concorrenza che, ancora oggi, soffre a causa di un’unilateralità monopolista come quella esercitata da Telecom Italia, che continua a non investire sulla rete di telecomunicazioni. Italtel, infatti, non è l’unica azienda vittima di questo sistema. Per questo ci attiveremo il più possibile nei giorni a venire con numerose altre iniziative di protesta, questo per cercare di prevenire il licenziamento di massa, quello che sembra ormai diventare inevitabile per decine di migliaia di addetti del settore delle telecomunicazioni e non solo a Roma”.