Il XVII congresso della Uilm di Roma e Provincia ha rieletto all’unanimità dei delegati Fabrizio Fiorito alla carica di segretario generale della categoria della UIl che rappresenta, organizza e tutela le lavoratrici e i lavoratori dipendenti delle imprese metalmeccaniche e dei settori affini come l’orafo, l’argentiero e l’odontotecnico. Pace, lavoro, diritti, giovani, uguaglianza i temi principali contenuti e sviluppati da Fiorito nella sua relazione. «Il lavoro è libertà, vita – ha ricordato Fiorito – Non c’è dignità se è precario, come non c’è dignità se per lavorare si è costretti a morire». Eppure i dati Inail del primo trimestre di quest’anno registrano una tendenza di decessi in aumento, così come le denunce di infortuni. Segno evidente che per quanto riguarda il capitolo salute e sicurezza sul lavoro le istituzioni devono lavorare ancora molto. Non a caso la Uil è impegnata ogni giorno con la campagna #ZeroMortiSulLavoro, proprio per voltare pagina e fermare questa strage silenziosa.
Analizzando il territorio, il segretario della Uilm si è soffermato poi sulla situazione della Capitale e del suo hinterland. «A Roma – ha spiegato Fiorito – il settore metalmeccanico non accusa crisi industriali come in altri territori con chiusure di aziende come Whirlpool. Registriamo però una cultura industriale inadeguata, perché se le aziende medio grandi hanno la capacità di incrementare investimenti e occupazione, lo stesso non può dirsi delle aziende più piccole. Roma non può vivere solo di turismo, anche perché il turismo soffre se in venti anni si realizzano soltanto 20 chilometri di metropolitana mentre a Madrid se ne costruiscono 120 e a Pechino 700».
Tra i Paesi più avanzati, l’Italia è l’unico che ancor prima della pandemia aveva un Pil che non era riuscito a tornare ai livelli della crisi economica del 2008. «Questo perché – ha detto Fiorito – nessun governo del terzo millennio è stato in grado di affrontare e provare a risolvere gli storici problemi della nostra economia. E così, scarsa produttività, basso livello dei salari, fuga dei giovani all’estero, assenza di una concreta politica industriale, hanno fatto perdere giorno dopo giorno competitività al sistema Paese». Adesso, dopo l’emergenza sanitaria, si deve voltare pagina. I fondi del Pnrr potrebbero far rinascere l’Italia e i suoi territori. Ma attenzione: stiamo vedendo una debolezza che potrebbe rilevarsi fatale, vale a dire la scarsità di risorse umane su cui far leva per sostenere lo sviluppo socioeconomico strutturale e duraturo. «Anni di liberismo sfrenato – ha aggiunto il segretario Uilm – e tagli orizzontali hanno depauperato le amministrazioni locali al punto tale che adesso non hanno personale competente per partecipare ai progetti del piano nazionale di ripresa e resilienza».
«E’ un momento storico nel quale non si può sbagliare una mossa – ha concluso il Segretario Fiorito – Le scelte di oggi disegneranno l’Italia che consegneremo ai nostri figli. Agire oggi significa voltare pagina, significa lasciarsi alle spalle il languore e l’immobilismo di questi anni. Tutti insieme dobbiamo ritrovare lo stesso spirito che nella seconda metà dello scorso secolo fece compiere al nostro paese quello che i libri di storia ci hanno consegnato come Miracolo economico».