Nella società controllata da Leonardo finalmente si è conclusa la brutta vicenda dei provvedimenti disciplinari per timbrature e orari, contestati ai lavoratori con elevate professionalità non soggetti a rilevazione oraria.
La Direzione Aziendale, invece di seguire i normali iter di giustificazione previsti dal contratto e dalla legge, aveva scelto di fare causa ai dipendenti che avevano impugnato i provvedimenti ricevuti attivando il collegio di conciliazione ed arbitrato, art.7 L.300/70.
Il risultato è stato che l’Azienda in data 27 aprile ha conciliato per evitare il giudizio, facendosi carico pertanto delle proprie spese legali oltre a tutte quelle del legale dei dipendenti e annullando nei fatti i provvedimenti, rimasti in piedi solo virtualmente, non avendo né recidiva né altre incidenze, al solo scopo di salvare formalmente la sua scelta autoritaria.
Gli assistiti dall’avvocato della Uilm di Roma hanno conciliato per ultimi rispetto agli altri colleghi, perché si è voluto realizzare un testo di soddisfacente garanzia per gli stessi.
Che la scelta aziendale fosse sbagliata la Uilm lo aveva sempre detto, a tutti i livelli, basti ricordare il comunicato della Segreteria Nazionale Uilm del 23 dicembre scorso.
Gli avvenimenti dimostrano che avevamo ragione. Anche se nelle assemblee qualcuno aveva tentato di strumentalizzare la posizione della Uilm, l’unico nostro obiettivo era l’annullamento di tutti i provvedimenti in linea con l’Integrativo Aziendale sottoscritto nel 2006 (in quella fase ancora vigente), cosa che di fatto poi è avvenuta come da noi sempre sostenuto, praticato successivamente anche dalle altre Organizzazioni Sindacali.
Purtroppo, questa Direzione Aziendale ha scelto di perseguire un decisionismo sbagliato, le cui conseguenze, in termini economici, sono state pagate da tutta l’azienda.
Rimane incomprensibile il perché di tale sciagurata decisione, messa in atto durante la discussione per il nuovo Integrativo Aziendale, di per sé molto complicata e che proprio su questi temi dell’orario aveva già trovato soluzioni condivise.
Adesso, dati i risultati, sarebbe opportuno capire chi ha proposto e sostenuto tale scelta più unica che rara, che ha portato solo spese inutili per i conti aziendali e solo tensioni e preoccupazioni tra tutti i dipendenti.