Durante la presentazione del libro “Aspettando la crescita” ospitata dalla UILM di Roma le dichiarazioni di Rocco Palombella segretario generale della UILM. Su radioradicale.it l’intero dibattito. La sintesi del sole 24 ore in un articolo di Giorgio Pogliotti.
Per chi non ha potuto partecipare all’evento sul sito radioradicale.it è possibile trovare l’intero dibattito .
Per chi vuole una sintesi di quanto discusso, riportiamo un articolo del sole 24 ore, a cura di Giorgio Pogliotti del 19 marzo 2015.
Prove di dialogo tra i sindacati dei metalmeccanici: unità difficile in vista del rinnovo contrattuale
Prove di dialogo tra le “tute blu” di Cgil, Cisl e Uil, ma restano le distanze che rendono difficile a giugno la presentazione di una piattaforma comune per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici.
La coalizione di Landini è il nuovo terreno di scontro
È ancora tutta in salita la strada per ricomporre l’unità sindacale, pesano le divergenze dopo i contratti firmati da Fim e Uilm con Federmeccanica e con la Fiat, duramente contestati dalla Fiom. Ma c’è un nuovo terreno di divisione per i sindacati dei metalmeccanici: la proposta lanciata da Maurizio Landini di costruire una coalizione sociale intorno al sindacato per contrastare l’azione del governo Renzi, dopo aver ottenuto una bocciatura da parte della Cgil, è stata criticata aspramente anche da Fim-Cisl, Uil e Uilm. L’occasione per il confronto l’ha data la presentazione del libro “aspettando la crescita” di Antonello di Mario, capo ufficio stampa della Uilm. «Stiamo verificando se ci sono le condizioni per superare gli accordi separati ma non é facile – ha detto Landini -, le differenze ci sono ma deve essere chiaro a tutti che siamo in una situazione inedita, il governo non discute con il sindacato e c’è il tentativo di Confindustria di cancellare il contratto nazionale, che va difeso». Per Landini «bisogna ripensare il ruolo del sindacato. Senza coalizione il sindacato confederale è morto», è «questa l’unica alternativa possibile in una situazione in cui, a differenza del passato, nessuno dei partiti politici oggi rappresenta il lavoro».
Per Barbagallo (Uil) il sindacato si rilancia con la contrattazione
La proposta di Landini è respinta dal leader della Uil, Carmelo Barbagallo: «Dobbiamo tornare a fare sindacato nei luoghi di lavoro con la contrattazione – ha detto-. Siamo stati percepiti per troppo tempo vicini alla politica e ai partiti. Bisogna fare i contratti cercando le mediazioni possibili, per rilanciare il nostro ruolo». E rivolgendosi alla Fiom che non ha firmato gli ultimi due contratti nazionali dei metalmeccanici, Barbagallo ha aggiunto: «Caro Landini dobbiamo risolvere il problema del passato se vogliamo guardare al futuro, il 2015 deve essere l’anno del rinnovo dei contratti». Drastico il giudizio del segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, secondo cui le «posizioni della Fiom di questi giorni sembrano allontanare la possibilità di una piattaforma comune».
Bentivogli (Fim-Cisl): ai lavoratori servono i risultati
Netta la presa di distanza del segretario generale della Fim, Marco Bentivogli, che rivolgendosi a Landini ha detto: «Una strategia comune è possibile solo se si lavora a piattaforme che puntino ad arrivare al contratto, che non siano fuori dalla realtà perchè trascinerebbero i metalmeccanici in diatribe, fatte di scioperi politici. Il velleitarismo sindacale va forte solo in tv, ma ai lavoratori servono risultati, servono buste paga più pesanti, di promesse gli riempiono la testa già i politici. Serve concretezza, altrimenti condanniamo il sindacato alla marginalità». Per Bentivogli l’azione del sindacato deve essere rivolta alla contrattazione e l’autonomia è minacciata dalla coalizione proposta da Landini: «Non ci possono essere ambiguità che rischiano di apparire solo come un percorso di apprendistato preelettorale – ha aggiunto Bentivogli -. L’autonomia è per noi un valore non negoziabile per una strategia sindacale forte e credibile. Nessun lavoratore vuole farsi dare indicazioni di voto dal proprio sindacato».
Cisl e Uil divise sull’indicatore del nuovo modello contrattuale
Ma anche tra Cisl e Uil non mancano le distanze sul modello contrattuale, da aggiornare essendo scaduta l’intesa del 22 gennaio 2009 (non firmata dalla Cgil). La Uil ha proposto di sostituire l’attuale indicatore di riferimento per gli aumenti del contratto nazionale, l’Ipca (l’indice armonizzato dei prezzi al consumo, depurato dei prezzi dell’energia importata) – assai sfavorevole in una fase di deflazione – con l’andamento del Pil. Mentre la Cisl intende puntare sul potenziamento della contrattazione di prossimità, per definire aumenti economici in base ai risultati, da distribuire con i contratti aziendali o territoriali.